Un incontro con gli Amici alla Casa Maria Regina
Una chiamata particolare al servizio del Vangelo
Un carisma è un dono dello Spirito offerto a membri della Chiesa per il loro bene e il bene della Chiesa stessa. Ogni carisma dello Spirito può essere condiviso e vissuto in modo trasversale nei diversi stati ecclesiali di vita (consacrati, ministri ordinati e laici) secondo obblighi e stili diversi.
Un carisma può anche sorgere inizialmente in un particolare stato di vita e poi estendersi agli altri. Quello di San Francesco ha avuto quasi subito espressioni multiple tra compagni religiosi viventi in comunità e laici.
Molte sono oggi le associazioni di fedeli che partecipano alla vita di importanti istituti di vita consacrata, in una forma adatta al proprio stato. I membri sono comunemente chiamati associati.
Il Codice di diritto canonico prevede questa forma anche per gli Istituti Secolari: “L’istituto può associare a sé, con qualche vincolo determinato dalle costituzioni, altri fedeli che si impegnino a tendere alla perfezione evangelica secondo lo spirito dell’istituto e a partecipare della sua stessa missione” (n.725).
Essere associati a un carisma particolare è una vocazione speciale a cui sono chiamati alcuni all’interno della vocazione fondamentale cristiana al seguito di Cristo nella sua Chiesa. Significa condividere l’identità carismatica all’interno di una famiglia o di un movimento nella Chiesa. È una vera vocazione, una chiamata che va verificata attraverso un attento discernimento.
Non si tratta quindi di offrire semplicemente una collaborazione alle opere di un Istituto, o di partecipare a una compagnia di lavoro, né a un club di interesse sociale e religioso comune. È la partecipazione alla vita dello Spirito, che spinge a vivere in comunione con l’Istituto stesso condividendo la sua spiritualità e la sua missione.
Condivisione della missione dell’Istituto
Lo stand di InformaCristo al Salone del Libro di Torino
L’impegno per l’evangelizzazione da parte degli associati non scaturisce dalle esigenze del carisma di un Istituto, ma dall’essere cristiani innestati in Cristo e partecipi della vita, comunione e missione della Chiesa. Il carisma dell’Istituto fortifica poi questo diritto-dovere.
Il laico cristiano vive e irradia la fede restando nel mondo ed esercitando la sua fede innanzi tutto in professioni secolari, condividendo la vita ordinaria di tutti.
Nella vita quotidiana e nelle attività ordinarie l’associato entra in contatto con persone non credenti o indifferenti alla fede cristiana. In tale contesto trova occasioni per fare intravedere la bellezza della vita cristiana e la ricchezza trasformante del Vangelo, che testimonia innanzi tutto con la sua vita. Una chiara identità cristiana è condizione essenziale per testimoniare le propria fede e per dialogare.
Egli evangelizza nel contesto della vita di ogni giorno sia con la testimonianza silenziosa e fattiva di una vita umana e cristiana autentica, sia comunicando attraverso la parola il Vangelo: in famiglia, nelle relazioni di vicinato, nella professione ben esercitata, nella solidarietà con le persone del proprio ambiente.
La promozione dei valori evangelici per costruire una società più giusta e fraterna può essere favorita da professioni particolari quali ad esempio l’insegnamento o l’uso dei mezzi di comunicazione, oppure attraverso l’inserimento in strutture economiche, sindacali, politiche o dedite alla promozione umana e sociale. L’impegno per la giustizia, parte integrante della evangelizzazione, apre grandi possibilità per permeare di Vangelo la società e la cultura.
Il messaggio passa così non nella polemica, nell’antagonismo o nell’indifferenza, ma nel dialogo interpersonale, nella collaborazione per cause buone, nel servizio gratuito in momenti di bisogno, nella testimonianza rispettosa.
Il carisma di Santa Maria ha un’attenzione tutta particolare nei riguardi dei poveri di fede:
La Chiesa ha il dovere di promuovere una nuova evangelizzazione nei confronti di queste persone per permettere loro di conoscere la nostra fede e di operare una scelta.
Rapporti tra associati e sorelle
Una giornata insieme
I rapporti tra sorelle e associati non sono di subordinazione, ma di complementarità e dovranno svolgersi in clima di comunione. Le sorelle consacrate hanno un modo proprio di vivere il carisma adattandolo ai bisogni dei tempi. Anche gli associati hanno un loro modo proprio di interpretare e vivere lo stesso carisma, adattandolo al proprio stato di vita e di azione.
Gli associati vivono la comunione con le sorelle, normalmente, legandosi a una comunità. Questo legame, pur vissuto in modi diversi secondo le situazioni, è essenziale.
La comunione tra le due forme comporta conoscenza e apprezzamento reciproco, dialogo e simpatia per le persone e per i rispettivi cammini.
Consacrate e associati si riconoscono bisognosi gli uni degli altri; vivono una relazione di reciprocità nell’apertura, nella fiducia e nel rispetto della vocazione di ognuno. Di qui nascono arricchimento e sostegno reciproco. La condivisione della spiritualità e della missione diventa fonte di vitalità, di dinamismo e di fecondità per tutti. Ognuno approfondisce il carisma secondo la propria specifica vocazione, arricchendo l’altro delle proprie scoperte ed esperienze.
Per promuovere queste due realtà di comunione occorrono quindi incontri regolari tra consacrate e associati, e incontri regolari tra gli associati stessi. Ci si ritrova insieme per rileggere la propria vita e il proprio impegno nel mondo alla luce della Parola di Dio e del carisma del Fondatore, in modo che tutti possiamo attingere l’acqua dalla stessa sorgente carismatica, assumendo le forme concrete di incarnazione secondo il proprio stato.
Cosa propone Santa Maria agli Associati?
Istituto Secolare Santa Maria degli Angeli
Via S. Grato, 56 – 12039 VERZUOLO (Cuneo)
Tel e Fax 0175.85137
www.santamariangeli.it
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